Il podcast d’esordio di OpenAI, condotto da Andrew Mayne, fornisce una panoramica dettagliata sulle principali linee di sviluppo dell’organizzazione, attraverso un’intervista con il CEO Sam Altman. Gli argomenti trattati includono gli avanzamenti nei modelli linguistici, l’evoluzione verso l’intelligenza artificiale generale, le implicazioni infrastrutturali legate a Project Stargate, la gestione dei dati personali e le prospettive a medio termine sul fronte hardware.
Altman apre l’intervista spiegando come, durante le prime settimane da genitore, ChatGPT si sia rivelato utile in ambito domestico. Lo ha utilizzato quotidianamente per domande legate alla crescita del neonato e, in seguito, per temi educativi. Questo dato è significativo per comprendere come l’assistente stia diventando parte integrante di dinamiche familiari e quotidiane.
Nel corso della conversazione, viene affrontato il tema del rilascio del prossimo grande modello linguistico. Altman segnala che GPT-5 è previsto per l’estate 2025, ma sottolinea che la natura continua dell’evoluzione rende meno netti i confini tra una versione e la successiva. Con l’introduzione di tecniche di aggiornamento post-addestramento, è possibile intervenire su modelli esistenti per migliorarli in modo incrementale. Questo approccio, già in fase di applicazione, ha permesso di distribuire funzionalità come la memoria persistente, che consente all’assistente di ricordare preferenze, abitudini e obiettivi dell’utente.
Altman definisce questa funzione una delle più apprezzate introdotte finora, utile a costruire risposte più coerenti e contestuali, anche in mancanza di richieste esplicite. L’intento è di rendere l’interazione sempre più efficiente e naturale, con benefici che si riflettono sulla qualità complessiva del servizio.
Il dialogo passa poi al concetto di intelligenza artificiale generale. Altman osserva che molte definizioni proposte in passato risultano oggi superate. L’obiettivo realistico nei prossimi anni è sviluppare sistemi capaci di accelerare la scoperta scientifica, operando su basi di conoscenza aggiornate e con capacità autonome di esplorazione. Prototipi di questo approccio si intravedono già in strumenti sperimentali come Operator e Deep Research: sistemi in grado di raccogliere e verificare fonti, sintetizzare materiali complessi e produrre report in tempi molto inferiori rispetto a quanto possibile con metodologie tradizionali.
L’intervista affronta anche la questione della privacy, con riferimento diretto alla causa legale avviata dal New York Times. Altman definisce eccessiva la richiesta di conservare le conversazioni utente in modo permanente, ribadendo che la gestione dei dati personali è un principio cardine per OpenAI. Ogni funzione che implica memoria è progettata per essere trasparente e modificabile dall’utente.
In merito alla sostenibilità economica, Altman esclude la possibilità di introdurre inserzioni pubblicitarie che alterino il contenuto delle risposte. Ritiene che questo danneggerebbe la fiducia degli utenti, anche se non esclude modalità indirette di referral, a condizione che portino vantaggio concreto all’interlocutore.
L’intervento si sofferma poi su Project Stargate, un’iniziativa su larga scala per costruire infrastrutture di calcolo ad altissima capacità. L’obiettivo è rispondere alla crescente domanda energetica e computazionale dei nuovi modelli. Il primo sito, localizzato ad Abilene, in Texas, costituirà circa un decimo del progetto complessivo, che punta a raccogliere finanziamenti nell’ordine dei 500 miliardi di dollari. Le soluzioni previste includono sia fonti energetiche convenzionali sia nuove tecnologie in fase di studio.
Un altro fronte di ricerca riguarda il dispositivo sviluppato in collaborazione con Jony Ive, pensato per introdurre una nuova modalità di interazione uomo-macchina. Si tratta di un oggetto concepito per operare senza schermo, capace di rilevare l’ambiente circostante e di adattarsi al contesto d’uso. L’obiettivo dichiarato è quello di superare i limiti dell’interfaccia touch e ridefinire il concetto stesso di assistente personale.
Infine, Altman individua alcune competenze trasversali come fondamentali per affrontare le trasformazioni in corso. La capacità di utilizzare con consapevolezza strumenti di intelligenza artificiale, unita a doti quali creatività, flessibilità e intuito, potrà determinare l’efficacia di professionisti e organizzazioni in un contesto tecnologico in rapida evoluzione.
L’intervista mette in evidenza una strategia che agisce su più livelli: evoluzione tecnologica dei modelli, sviluppo di piattaforme fisiche, investimenti infrastrutturali e attenzione costante alla relazione con l’utente. La traiettoria delineata da Altman conferma la volontà di mantenere un ruolo attivo nella trasformazione dell’interazione tra esseri umani e sistemi intelligenti, con ricadute concrete su ricerca, lavoro e vita quotidiana.