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Contenuto sviluppato con intelligenza artificiale, ideato e revisionato da redattori umani.
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Il report del Pew Research Center pubblicato il 15 ottobre 2025 analizza percezioni, consapevolezza e fiducia verso l’intelligenza artificiale in 25 Paesi, offrendo una base comparabile per osservare come cambia l’opinione pubblica tra aree geografiche e gruppi demografici. La prima evidenza riguarda la familiarità diffusa: una quota mediana del 34% dichiara di aver sentito “molto” parlare di intelligenza artificiale, il 47% “un po’”, il 14% “per niente”, segnale di un tema ormai presente nello spazio pubblico, con differenze significative tra Paesi e livelli socio-demografici.

Sulle reazioni all’uso crescente nella vita quotidiana emerge un equilibrio interessante. Una quota mediana del 42% si dice insieme preoccupata ed entusiasta, il 34% pende verso la preoccupazione, il 16% verso l’entusiasmo. In nessun Paese la fascia più ampia si colloca tra i “più entusiasti”, segnale che il pubblico osserva con attenzione e valuta in base all’esperienza concreta. Negli Stati Uniti, in Italia, in Australia, in Brasile e in Grecia circa metà si dichiara più preoccupata, mentre in Corea del Sud scende al 16% la quota di chi si dice principalmente preoccupato.

La conoscenza non cresce ovunque allo stesso ritmo. Il report evidenzia una correlazione tra reddito pro capite e consapevolezza: nei Paesi più ricchi è più frequente la quota di chi ha “sentito molto”. L’esempio accosta Giappone, Germania, Francia e Stati Uniti a quote attorno a metà popolazione, mentre in India e Kenya le quote “molto” sono sensibilmente più basse.

Il capitolo sulla fiducia regolatoria introduce una seconda chiave di lettura. A livello globale prevale la fiducia nel proprio Paese come regolatore dell’uso dell’intelligenza artificiale, con punte molto elevate in India e Indonesia e livelli più contenuti in Grecia. Negli Stati Uniti le posizioni risultano divise in modo quasi speculare tra fiducia e sfiducia. Questo quadro suggerisce che l’attenzione non esclude l’affidamento alle istituzioni quando si tratta di regole e standard.

Guardando agli attori sovranazionali, l’Unione Europea concentra più fiducia rispetto a Stati Uniti e Cina. La mediana globale assegna all’UE il 53% di fiducia, agli Stati Uniti il 37%, alla Cina il 27%. All’interno dell’UE le differenze rimangono evidenti: Germania e Paesi Bassi mostrano valori alti, Francia, Grecia, Italia e Polonia risultano più basse. Fuori dall’Unione, maggioranze favorevoli si registrano in Nigeria, Australia, Indonesia, Kenya e Canada.

Un elemento favorevole all’adozione è la relazione tra atteggiamento e fiducia nelle regole. Chi esprime più entusiasmo verso l’uso crescente dell’intelligenza artificiale tende anche a fidarsi di più della capacità del proprio Paese e degli organismi internazionali di regolarla in modo efficace. La stessa associazione si osserva, con intensità variabile, quando il giudizio riguarda Unione Europea, Stati Uniti e Cina.

Le differenze demografiche aiutano a comprendere dove si formano consapevolezza e apertura. I giovani mostrano livelli più alti di familiarità rispetto agli adulti più anziani; gli uomini dichiarano più spesso di aver “sentito molto”, mentre in vari Paesi le donne appaiono più spesso nel gruppo dei “più preoccupati”. L’istruzione incide in modo costante: chi ha livelli più alti riporta maggiore consapevolezza e, in diversi contesti, minore propensione a reazioni puramente difensive. L’uso quasi continuo di internet amplifica sia la conoscenza sia, in media, la quota di chi si sente principalmente entusiasta.

Il disegno metodologico consolida l’affidabilità dei risultati. Fuori dagli Stati Uniti l’indagine ha coinvolto 28.333 adulti tra l’8 gennaio e il 26 aprile 2025 con interviste telefoniche, faccia a faccia e, in Australia, un panel online probabilistico; negli Stati Uniti le domande su fiducia e consapevolezza sono state somministrate in due ondate su un panel probabilistico nazionale, motivo per cui alcune comparazioni dirette non vengono proposte nel dettaglio.

La fotografia globale mostra un pubblico informato e vigile, con una quota ampia che unisce curiosità e prudenza e con istituzioni nazionali e l’Unione Europea percepite come pilastri della regolazione. L’associazione tra maggiore entusiasmo e maggiore fiducia nelle regole orienta verso un’idea semplice: l’esperienza positiva con l’intelligenza artificiale favorisce un clima di fiducia che si consolida nel tempo, soprattutto dove consapevolezza, competenze e accesso alla rete sono più diffusi.