Skip to content Skip to footer

Le aziende AI-native e la nuova frontiera dell’innovazione (Deloitte report)

Deloitte è una delle principali società di consulenza e revisione a livello mondiale, presente in oltre 150 paesi e nota per la sua attività di supporto alle imprese nei processi di trasformazione digitale e nell’adozione di tecnologie avanzate. Oltre a offrire servizi di audit, advisory, fiscalità e risk management, Deloitte si distingue per il ruolo di osservatore privilegiato e guida strategica nell’innovazione, come testimonia il report “Generative Tomorrow. The Future Unveiled”, pubblicato il 29 maggio 2025.

Il documento si concentra sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa e sul suo impatto concreto nei sistemi economici, produttivi e culturali. Superata la fase iniziale di entusiasmo, la GenAI viene oggi valutata in modo più pragmatico dalle imprese. L’attenzione si è spostata dall’esplorazione all’integrazione reale nei processi aziendali: il 78% delle aziende prevede di aumentare il budget destinato all’intelligenza artificiale, mentre la quasi totalità di chi l’ha già adottata segnala benefici che in molti casi superano le aspettative. Tuttavia, l’accesso a questi strumenti resta ancora parziale e concentrato in specifiche aree, spesso limitato a meno del 40% dei dipendenti. Ciò dipende sia da barriere di natura organizzativa e culturale, sia da una governance non sempre aggiornata rispetto ai nuovi modelli decisionali che la GenAI richiede.

Il quadro europeo mostra come la diffusione della GenAI sia guidata soprattutto dalle grandi aziende, che nel 2024 hanno incrementato in modo significativo l’adozione di queste tecnologie rispetto all’anno precedente. In Italia la situazione è più rallentata: soltanto l’8,2% delle imprese con almeno dieci dipendenti utilizza l’intelligenza artificiale, una percentuale ben al di sotto della media europea, con un ritardo spiegabile sia con la forte presenza di piccole e medie imprese sia con una cultura digitale meno radicata.

L’impatto della GenAI è particolarmente evidente nei settori dell’IT, delle operations e del marketing, dove viene impiegata per automatizzare processi, ottimizzare la produzione, personalizzare le campagne e aumentare la produttività. Le iniziative più avanzate si concentrano su queste aree perché offrono risultati immediati e misurabili, mentre altri settori restano più prudenti, spesso per via di regole più stringenti e della difficoltà a valutare il ritorno degli investimenti.

Un passaggio cruciale del report riguarda l’emergere di un nuovo tipo di impresa: le aziende AI-native. Queste realtà non si sono limitate ad adottare strumenti di intelligenza artificiale, ma sono nate fin dall’inizio con l’intelligenza artificiale come nucleo della propria strategia. La loro struttura interna, i processi decisionali e l’organizzazione del lavoro sono stati costruiti su misura per sfruttare la rapidità di calcolo, la capacità di analisi e l’automazione dei modelli generativi. Queste aziende presentano caratteristiche che le differenziano nettamente dalle imprese tradizionali: sono agili, scalabili e “data-driven”, ovvero prendono decisioni principalmente sulla base dell’analisi continua dei dati.

Le aziende di oggi si troveranno presto a confrontarsi con un nuovo tipo di competitor: le aziende AI-native. Si tratta di realtà emergenti che integrano l’intelligenza artificiale come elemento strategico fin dalla loro fondazione, strutturando processi, modelli di business e organizzazione interna attorno alle sue potenzialità.

Nei mercati più dinamici, soprattutto negli Stati Uniti, le AI-native hanno già raggiunto risultati sorprendenti: si tratta di aziende capaci di arrivare a ricavi annuali ricorrenti superiori ai 100 milioni di dollari con team ridotti, spesso composti da appena venti o venticinque persone. Questo livello di efficienza è reso possibile dall’integrazione della GenAI in ogni funzione aziendale, dalla gestione delle vendite al customer care, dalla personalizzazione dell’offerta all’ottimizzazione operativa in tempo reale. Rispetto alle aziende tradizionali, che affrontano una lunga fase di adattamento e devono riorganizzare processi già esistenti, le AI-native riescono a sfruttare le nuove tecnologie senza i vincoli delle infrastrutture del passato.

Il report sottolinea come il modello AI-native non sia riservato alle startup digitali, ma rappresenti una sfida sempre più concreta anche per settori regolamentati, come la sanità o l’energia, dove nuove aziende stanno combinando automazione e competenze umane per proporre servizi su misura e scalare rapidamente grazie a modelli “Service-as-a-Software”. La crescita di queste realtà sta ridefinendo le regole della concorrenza: ogni mese di ritardo nell’adozione di tecnologie AI può tradursi in un gap difficilmente colmabile in termini di competitività e attrazione di nuovi talenti. Le organizzazioni più mature stanno già ristrutturando la governance e aggiornando i modelli di business per non subire passivamente il cambiamento, ma per anticiparlo.

Deloitte evidenzia che i benefici economici attesi dall’adozione diffusa della GenAI sono molto rilevanti. Le grandi imprese italiane potrebbero vedere una crescita dei margini operativi fino al 15%, traducendosi in un valore aggiuntivo stimato in centinaia di miliardi di euro. I settori con maggiore potenziale sono la finanza, l’energia e la sanità, ma anche retail e industria vedrebbero vantaggi significativi.

Il documento si sofferma anche sugli effetti sistemici della GenAI nel mondo del lavoro, nei servizi pubblici e nella creatività. Le imprese che integrano la GenAI nei processi spingono l’intera filiera verso l’innovazione, favorendo la nascita di ecosistemi virtuosi in cui la formazione, la collaborazione tra pubblico e privato e la costruzione di nuove competenze diventano fattori essenziali. Deloitte presenta inoltre strumenti concreti sviluppati internamente, come la piattaforma Solaria e l’agente Zora AI, progettati per abbattere le barriere di accesso e permettere anche a realtà meno strutturate di beneficiare delle soluzioni più avanzate.

Il report si chiude sottolineando l’importanza della fiducia e dell’etica nell’adozione della GenAI. Trasparenza, responsabilità e attenzione alla privacy sono indicati come presupposti imprescindibili per un utilizzo efficace e socialmente accettato di queste tecnologie. Deloitte ha definito un framework di riferimento, Trustworthy AI, che integra questi principi in ogni fase, dalla progettazione all’implementazione.

L’intelligenza artificiale generativa non viene dunque raccontata come una rivoluzione improvvisa, ma come una forza già in azione che impone di riconsiderare modelli, strategie e rapporti tra tecnologia e lavoro. Nel nuovo scenario, le aziende AI-native rappresentano il punto di riferimento per chi vuole non solo adattarsi al futuro, ma partecipare attivamente alla sua costruzione.