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Nel giro di tre giorni il confronto a distanza tra Elon Musk e Sam Altman ha ripreso vigore su X, intrecciando un caso di customer care con la disputa, ben più ampia, sulla trasformazione di OpenAI. Il 31 ottobre Sam Altman ha pubblicato “a tale in three acts”, tre schermate che documentano la prenotazione del Tesla Roadster nel 2018 con un acconto da 50.000 dollari, la richiesta di annullamento e la mancata consegna della mail all’indirizzo di Tesla per i rimborsi (link: https://x.com/sama/status/1984023663642087831):

L’uscita ha riacceso l’attenzione sulle lunghe attese legate al progetto Roadster e ha offerto il gancio per l’ennesimo scambio pubblico con Musk.

Il 1° novembre Musk ha risposto direttamente al thread con un “You stole a non-profit” (link: https://x.com/elonmusk/status/1984609637405270387), legando la vicenda dell’auto alla sua accusa ricorrente: OpenAI sarebbe stata di fatto sottratta alla missione originaria e instradata verso una logica commerciale.

Nello stesso filone Musk ha aggiunto che “mancava l’atto 4”, sostenendo che il rimborso del deposito fosse stato eseguito entro 24 ore (link: https://x.com/elonmusk/status/1984611995552006568).

Il botta e risposta è rimbalzato sui media tecnologici e generalisti, rafforzando l’idea di un contenzioso ormai diventato narrazione pubblica a episodi.

Domenica 2 novembre Altman ha replicato con una serie di post che condensano la sua posizione: “ho contribuito a trasformare ciò che avevi lasciato morire in quella che dovrebbe essere la più grande organizzazione non profit di sempre”, rivendicando l’attuale assetto come condizione necessaria per crescere e ricordando che, in passato, Musk avrebbe proposto un’integrazione piena con Tesla senza mantenere la natura filantropica (link: https://x.com/sama/status/1985066410859692333).

L’ultima chiosa di Altman — “can’t we all just move on?” — ha definito il tono della giornata (link: https://x.com/sama/status/1985066412470325339), mentre i giornali sottolineavano come la rissa verbale proseguisse a ritmo serrato.

Il sottotesto reale dello scontro si colloca però sul terreno della governance e della struttura societaria di OpenAI. A fine ottobre l’organizzazione ha completato la ricapitalizzazione e la conversione che conferisce alla fondazione la quota e il controllo sulla nuova entità for-profit, con un valore stimato dell’equity in area 130 miliardi di dollari secondo i resoconti; una mossa che ha dato ulteriore carburante al dibattito e alle contestazioni di Musk. La cornice legale, d’altra parte, ha una storia articolata: nel 2024 Musk aveva intentato una causa per violazione della missione originaria e l’ha poi ritirata, con nuovi strascichi successivi; a fine ottobre 2025 il board di OpenAI ha ridefinito il rapporto con Microsoft nell’ambito della nuova struttura societaria.

Nelle ultime 48 ore lo scambio su X ha quindi combinato un caso individuale, il rimborso del Roadster, con la contesa strutturale su cosa sia oggi OpenAI e su come debba finanziarsi. Musk insiste sull’idea che l’assetto attuale tradisca lo spirito del 2015, Altman rivendica l’evoluzione come passaggio indispensabile per sostenere ricerca, calcolo e prodotti su scala globale. Il fatto che i due guidino ora realtà concorrenti, xAI e OpenAI, amplifica ogni episodio in un confronto di leadership, identità e strategia industriale, alimentando una serie continua di rilanci che finisce regolarmente al centro del ciclo news.