Sam Altman, CEO di OpenAI, ha confermato che GPT-5 sarà lanciato nell’estate 2025, suscitando grande attesa nella comunità tech. Nel corso del 2025 sono emerse numerose notizie, rumor e dichiarazioni ufficiali su ChatGPT-5, la prossima generazione del modello di OpenAI. Sam Altman e altri interni di OpenAI hanno fornito indizi sul percorso evolutivo dell’AI generativa, alimentando aspettative di vario segno. Di seguito esploriamo tre livelli di aspettativa per GPT-5: uno realistico (innovazione graduale, senza stravolgimenti), uno ottimistico (un salto di potenza significativo) e uno pessimistico (pochi cambiamenti realmente innovativi, con il rischio di effetti indesiderati).
Scenario realistico: innovazione senza stravolgimenti
In uno scenario realistico, ChatGPT-5 rappresenterà un’evoluzione importante ma naturale rispetto a GPT-4, senza rivoluzioni clamorose. OpenAI stessa suggerisce che GPT-5 sarà un modello unificato in grado di integrare tutte le principali funzionalità attuali (dalla comprensione testuale al ragionamento “chain-of-thought”, fino a voce e visione) in un unico sistema. Ciò significa che non ci sarà più bisogno di selezionare manualmente vari modelli per compiti diversi: l’AI “sceglierà” automaticamente quanto tempo e potenza computazionale impiegare in base al compito, semplificando l’esperienza utente. Altman ha esplicitamente criticato l’attuale complessità: “Odiamo il selettore di modello quanto voi e vogliamo tornare a un’intelligenza unificata magica”, ha scritto in un post su X, indicando la volontà di eliminare il model picker e tornare a un’interfaccia più intuitiva.
Realisticamente, dunque, GPT-5 offrirà miglioramenti incrementali ma concreti rispetto a GPT-4 e 4.5, puntando su maggiore usabilità e integrazione di strumenti già esistenti. Ecco cosa ci si può aspettare in termini di novità senza stravolgimenti radicali:
- Un modello unificato “tutto in uno” – GPT-5 riunirà le capacità dei modelli precedenti (GPT-4.x, serie o, DALL-E per le immagini, modello vocale etc.) in un’unica AI generalista. L’AI gestirà testo, immagini, audio e altri formati senza dover passare manualmente da un modello all’altro. Questo snellirà i workflow e ridurrà la confusione per l’utente medio, facendo sì che “l’AI funzioni e basta” per l’utente, come ha auspicato Altman.
- Miglioramenti graduali in performance – Ci si attende un modello più potente di GPT-4, ma non un salto stratosferico. OpenAI ha rilasciato GPT-4.5 “Orion” all’inizio del 2025 come ultimo step intermedio, con miglioramenti marginali sul 4. GPT-5 dovrebbe superare GPT-4 in accuratezza e capacità di ragionamento, pur restando nella linea evolutiva attuale. Alcuni primi tester interni hanno definito GPT-5 “materialmente migliore” di GPT-4, segno di un progresso percepibile ma non necessariamente rivoluzionario.
- Maggiore contesto e memoria – Un’evoluzione attesa è l’espansione della finestra di contesto (la quantità di testo che il modello può elaborare e “ricordare” in una singola sessione). GPT-4 ha introdotto contesti fino a 128.000 token (con GPT-4o), e GPT-5 potrebbe estendere ulteriormente questo limite, migliorando la capacità di tenere traccia di conversazioni lunghe o documenti estesi. Ciò andrà di pari passo con una migliore integrazione di memoria a lungo termine: OpenAI ha già sperimentato su GPT-4 funzioni per ricordare preferenze dell’utente e dettagli persistenti, e GPT-5 probabilmente renderà questa personalizzazione più fluida e nativa.
- Accesso più ampio e semplificato – Altman ha annunciato che GPT-5 sarà disponibile per tutti gli utenti, non solo a pagamento: la fascia gratuita di ChatGPT avrà infatti accesso illimitato al nuovo modello (al livello di “intelligenza standard”). Gli utenti Plus e Pro paganti potranno far girare GPT-5 a livelli di intelligenza superiori (rispettivamente “più alto” e “ancora più alto”) per ottenere performance migliori. Questo approccio a livelli di potenza graduati punta a evitare confusione con troppe versioni diverse e a offrire a tutti un assaggio dell’ultimo modello, mantenendo però vantaggi per chi sottoscrive piani premium.
Lo scenario realistico vede ChatGPT-5 come un step evolutivo importante ma logico: un modello più potente e versatile che consolida l’ecosistema OpenAI invece di stravolgerlo. Innovazioni come la fusione dei modelli, il contesto esteso e l’integrazione di voice/vision erano già nell’aria (molte presenti in forma beta su GPT-4), e GPT-5 dovrebbe principalmente raffinare e unificare queste capacità. Altman stesso ha indicato come obiettivo “semplificare la nostra offerta di prodotti” e far sì che l’AI “funzioni magicamente” senza far impazzire l’utente con scelte tecniche. Dunque, ci si attende un GPT-5 innovativo ma familiare, concentrato su usabilità, coerenza e miglioramenti incrementali delle performance.
Scenario ottimistico: un salto di potenza significativo
C’è chi vede in ChatGPT-5 un aggiornamento che rappresenta un deciso balzo in avanti nelle capacità dell’intelligenza artificiale – forse il passo più vicino finora verso la cosiddetta AGI (intelligenza artificiale generale). Le dichiarazioni e i rumor più entusiastici dipingono GPT-5 come un possibile game-changer destinato a rivoluzionare il settore. Sam Altman stesso ha lasciato intendere aspettative molto alte: ad aprile 2025 ha affermato che grazie a nuove scoperte saranno in grado di rendere GPT-5 “molto migliore di quanto pensassimo inizialmente”. Questa spinta ottimistica ha però comportato un lavoro aggiuntivo: integrare “tutto” in un unico modello si è rivelato più difficile del previsto, motivo per cui OpenAI ha preso tempo per fare le cose per bene. Ora che il lancio è imminente, vediamo quali sorprese positive potrebbe riservare GPT-5 secondo le voci più ottimistiche:
- Contesto enorme e comprensione su larga scala: Si vocifera che GPT-5 potrebbe supportare finestre di contesto estremamente ampie, forse oltre il milione di token (contro i ~128.000 token massimi di GPT-4o). In pratica, questo equivarrebbe a poter dare in pasto al modello interi libri o dataset molto grandi in un colpo solo, facendogli “digerire” quantità d’informazioni impensabili per le versioni precedenti. Un simile salto permetterebbe analisi e sintesi su documenti vastissimi e una continuità di conversazione che si estende per settimane di chat.
- Multimodalità e agentività avanzata: GPT-5 dovrebbe essere il primo modello di OpenAI veramente multimodale a 360°, ovvero capace di gestire fluidamente testo, immagini, audio e forse video all’interno dello stesso cervello digitale. Invece di modelli separati (ChatGPT per il testo, DALL-E per immagini, Whisper per voce, ecc.), un solo sistema comprenderà e genererà vari tipi di media. Questo, unito a una maggiore capacità “agentica” (ovvero di agire e pianificare autonomamente sub-task), alimenta la visione di un’AI in grado di affrontare compiti complessi end-to-end.
- Personalizzazione e memoria integrate: OpenAI ha già sperimentato una sorta di “profilo persistente” su GPT-4o (le ChatGPT custom instructions), ma GPT-5 potrebbe portare questa idea ad un livello superiore. Con molta più memoria a disposizione, il modello potrebbe imparare dall’utente nel tempo – ricordando preferenze, contesto, obiettivi – e adattare le risposte in modo altamente personalizzato. Ci si attende dunque un assistente AI che si adatta all’utente in maniera senza precedenti, rendendo l’interazione più naturale ed efficace.
- Ragionamento “umano” e prestazioni da record: Un grande focus è sul ragionamento strutturato. GPT-5 sarà probabilmente basato su architetture chain-of-thought più evolute, in grado di scomporre problemi complessi in passi logici e verificare le proprie conclusioni. Questo potrebbe ridurre drasticamente errori di logica e allucinazioni su compiti difficili. Alcuni esperti prevedono risultati strabilianti nei benchmark: c’è chi ipotizza che GPT-5 possa raggiungere il 95% in test accademici come MMLU (Massive Multitask Language Understanding), dove GPT-4 era molto più basso. Un tale balzo – definito addirittura “livello da dio” da un ricercatore – farebbe notizia in tutto il mondo. Anche internamente filtra ottimismo: perfino alcuni ricercatori OpenAI hanno lasciato trapelare entusiasmo, con uno di loro che a giugno 2025 ha twittato “È pazzesco vedere la gente usare ChatGPT adesso, sapendo cosa sta per arrivare”.
Queste aspettative rosee fanno intravedere un GPT-5 che cambierà le regole del gioco. Secondo Sam Altman, la sua vision strategica per GPT-5 è di ottenere un notevole passo avanti in affidabilità e capacità di problem-solving, al punto da rimodellare il modo in cui le aziende sfruttano l’intelligenza artificiale. In ambito enterprise, GPT-5 potrebbe eliminare il bisogno di modelli specializzati separati, fornendo un’unica intelligenza in grado di fare (quasi) tutto.
Non manca chi scomoda il termine AGI: pur sapendo che GPT-5 non sarà una vera intelligenza generale, alcuni osservatori lo collocano idealmente un gradino più vicino a quel traguardo. In rete circola ad esempio la suggestione che “GPT-5 = livello 4 su una scala verso l’AGI”, lasciando intendere che potrebbe avere capacità sufficientemente generali da gestire autonomamente un’ampia gamma di compiti complessi. È bene prendere queste affermazioni con cautela, ma rendono l’idea del clima di forte aspettativa. Se anche solo metà delle promesse si concretizzassero, ChatGPT-5 segnerebbe davvero un prima e un dopo.
Scenario pessimista: timori di delusione e rischi per i workflow
Accanto all’entusiasmo, c’è anche un filone di aspettative più prudenti (se non pessimiste) su GPT-5. In questo scenario, le novità potrebbero rivelarsi meno rivoluzionarie del previsto, con il rischio che alcuni cambiamenti introducano inconvenienti invece che benefici. Un esperto intervistato ha avvertito di “tenere a freno l’entusiasmo”, prevedendo che GPT-5 sarà in fondo un “passo incrementale mascherato da rivoluzione”. In altre parole, dietro al marketing e al clamore, il nuovo modello potrebbe migliorare solo gradualmente rispetto al predecessore. Del resto, la storia recente mostra che ogni avanzamento nell’AI porta anche nuove sfide: “ogni major release risolve i limiti più evidenti della generazione precedente, ma introduce nuovi problemi” notano alcuni addetti ai lavori. Ad esempio, GPT-4 ha colmato molte lacune di GPT-3 sul ragionamento, ma si è scontrato con limiti nella disponibilità di dati di addestramento; i modelli o1/o3 hanno aggiunto capacità logiche auto-riflessive, però al prezzo di maggiore lentezza e costo computazionale. GPT-5 potrebbe seguire questo pattern: migliorare qualcosa, ma non tutto, e scontrarsi con nuovi colli di bottiglia (es. tempi di risposta più lunghi per via del ragionamento più approfondito, costi elevati, ecc.).
Tra i timori principali del fronte pessimista vi sono:
- Miglioramenti solo modesti rispetto a GPT-4.x: Nonostante la pubblicità, GPT-5 potrebbe non essere quel salto epocale che alcuni immaginano. La stessa OpenAI inizialmente aveva valutato che l’upgrade intermedio GPT-4.5 offriva benefici marginali, segno che stiamo entrando in una fase di rendimenti decrescenti: ogni ulteriore avanzamento richiede sforzi enormi per guadagni relativamente piccoli. È possibile quindi che GPT-5, pur essendo il modello migliore finora, non porti capacità radicalmente nuove, ma solo un insieme di miglioramenti incrementali (un po’ più accurato, un po’ più contestuale, un po’ più veloce in certi casi). In alcune aree potrebbe persino deludere aspettative irrealistiche come quelle di un’AI infallibile o completamente “umana”. Altman stesso ha smorzato certi entusiasmi affermando che l’era di crescere solo aumentando i parametri è finita, e che ora conta soprattutto la qualità dell’addestramento. Inoltre, OpenAI – come altri – si trova di fronte al problema che i dati di Internet stanno finendo per addestrare modelli sempre più grandi, dovendo ricorrere a dati sintetici generati dall’AI stessa. Tutto ciò indica che non si possono aspettare miracoli da GPT-5, ma piuttosto progressi misurati.
- Workflow consolidati stravolti dall’unificazione: Una preoccupazione concreta riguarda la rimozione del selettore di modello (il model picker). Questo cambiamento, pensato per semplificare la vita all’utente medio, potrebbe però scontentare utenti avanzati e sviluppatori. Finora, avere modelli diversi (ad esempio uno rapido ma meno accurato, uno lento ma molto “intelligente”) permetteva di scegliere lo strumento giusto per ogni task. Con GPT-5, OpenAI intende nascondere questa complessità dietro un unico modello che decide da solo quante risorse usare. Alcuni temono che ciò tolga controllo: senza la possibilità di scegliere manualmente, come fare a garantire tempi di risposta brevi per compiti semplici? O a utilizzare versioni leggere in applicazioni dove la potenza massima non serve? OpenAI ha previsto livelli di intelligenza differenti in base all’abbonamento, ma all’interno dello stesso modello unificato. Questo approccio rigido “low-medium-high” contrasta con soluzioni concorrenti più flessibili – ad esempio Anthropic sta sviluppando un modello ibrido dove gli sviluppatori possono tarare quanta capacità di ragionamento impiegare, con un controllo più granulare sui costi e le prestazioni. Dunque, il timore è che un’eccessiva semplificazione penalizzi alcuni casi d’uso avanzati. In questo scenario, sarebbe preferibile che OpenAI mantenesse una certa possibilità di scelta o configurazione del modello, per non stravolgere workflow già ottimizzati e necessità specifiche degli utenti professionali.
- Nuovi limiti e incognite (costo, velocità, sicurezza): Un modello più grande e “onnicomprensivo” potrebbe essere più esigente in termini di calcolo, traducendosi in costi maggiori e potenzialmente latenze più elevate. OpenAI dovrà bilanciare attentamente efficienza e potenza: Altman ha ammesso che far girare GPT-5 con ragionamenti approfonditi su larga scala non è banale e richiede molta capacità computazionale (hanno dovuto assicurarsi di avere abbastanza server/GPU per la domanda senza precedenti attesa al lancio). Se questo bilanciamento non fosse ottimale, l’esperienza utente potrebbe risentirne – ad esempio con risposte più lente. C’è inoltre il capitolo sicurezza: modelli sempre più potenti richiedono testing accurati per evitare comportamenti indesiderati. OpenAI finora ha adottato misure di sicurezza crescenti (red team, bug bounty, controlli indipendenti) e potrebbe decidere di ritardare il rilascio di GPT-5 finché non soddisfa certi standard. Questo potrebbe smorzare le novità al lancio. In effetti, GPT-5 ha già subito dei ritardi rispetto a quando inizialmente anticipato – fonti aziendali avevano ventilato un’uscita già nell’estate 2024, poi non concretizzatasi, e Altman in febbraio 2025 parlava di “settimane/mesi” ma l’attesa si è allungata. Tutto ciò alimenta l’idea che GPT-5, quando arriva, potrebbe non soddisfare pienamente le enormi aspettative create, apparendo più come un’evoluzione naturale che non uno shock tecnologico.
Il quadro pessimistico vede ChatGPT-5 come un aggiornamento sì migliore, ma non rivoluzionario, potenzialmente accompagnato da effetti collaterali nelle modalità di utilizzo. Alcuni osservatori lo definiscono una “rivoluzione incrementale” – un ossimoro che indica piccoli passi avanti spacciati per grandi cambiamenti. Potrebbe rivelarsi molto utile per gli utenti quotidiani (grazie all’interfaccia semplificata e all’accesso all’ultimo modello anche gratis), ma meno impattante per applicazioni enterprise già esigenti. In altre parole, GPT-5 potrebbe rafforzare il ruolo di ChatGPT come strumento diffuso senza però reinventare ciò che l’AI può fare. I più scettici sottolineano comunque che la concorrenza nel 2025 è agguerrita: mentre OpenAI perfeziona GPT-5, altri attori (Anthropic, Google, Meta, progetti open-source) hanno colmato parte del gap tecnologico. Se GPT-5 non farà un balzo davvero notevole, OpenAI rischia di trovarsi solamente alla pari dei rivali anziché avanti a tutti – uno scenario impensabile solo un paio d’anni fa.
Quale scenario prevarrà? La verità potrebbe trovarsi nel mezzo. Le dichiarazioni di Sam Altman e colleghi nel 2025 delineano un GPT-5 ambizioso ma focalizzato: un modello unificato, più potente e ricco di funzionalità integrate. Gli ottimisti scommettono su un salto di qualità che cambierà il gioco, mentre i pessimisti invitano a moderare gli entusiasmi, aspettandosi un progresso graduale e mettendo in guardia su possibili controindicazioni. Non resta che attendere il lancio ufficiale (previsto per l’estate 2025) per scoprire quanto ChatGPT-5 si avvicinerà alle aspettative – nel bene o nel male. Quello che è certo è che l’attenzione sul nuovo modello è altissima, alimentata da fonti di alto livello e insider: GPT-5 sarà uno degli eventi tech più importanti dell’anno, e il dibattito attorno alle sue potenzialità riflette tanto le speranze quanto le preoccupazioni di questa straordinaria era dell’intelligenza artificiale.